Amati così come sei.

Nella serata di sabato 18 gennaio ho seguito un programma tv di canzoni, uno spettacolo divertente in un viaggio di canzoni che hanno fatto la storia della musica; riascoltando queste canzoni, non tanto per la gara a mo di gioco in sè, ma ancora una volta ho fatto un bel viaggio nei ricordi vissuti attraverso canzoni di ieri e di oggi, e ancora una volta, ho rivisto la mia vita scorrere come dentro un film, un viaggio bellissimo che, ancora una volta, mi ha fatto capire, quanto sia stato fortunato nella vita; riascoltando canzoni degli anni 70, 80, 90, ho rivissuto momenti di vita vissuta per lo più belli, momenti di gioie, piccole e grandi, momenti di attese, speranze, e momenti particolari e solenni; e proprio riascoltando le note delle canzoni, ho avvertito quant'è stata bella la mia vita fin dall'inizio, bella perchè vissuta, vissuta grazie a mio padre e mia madre, che mi hanno fatto vivere un infanzia bella, serena, un'adolescenza ricca e intensa di esperienze di vita che per me si sarebbero rivelate una scuola di vita; e una gioventù bellissima fatta di momenti, giornate, cicli particolari e intensi, periodi belli, brutti, di lotte e sofferenza umana morale e di problemi di salute i quali mi hanno fatto crescere, maturare, diventare uomo. é qui il bello, diventare uomo ma, attenzione, non anagraficamente, quando a 18 anni si diventa maggiorenni per legge di Stato; diventare un uomo è tutt'altra cosa, diventare uomo, vujol dire metterci la faccia, osare, tentare, rischiare, sbagliare e riprovare, cadere e rialzarsi; credere in se stesso, sfidare sestesso non gli altri, solo se sfidi te stesso puoi dimostrare a te stesso che hai fatto, hai provato, hai ragigunto un risultato, una meta; solo se dimostri a te stesso chi sei, gli altri, se vogliiono capire capiranno, altrimenti non fa nulla; pensare prima a se stessi non è ne un reato, ne egoismo; mi sono trovato, nella mia bellissima vita, a fare i conti con me stesso in più di una circostanza, e solo dopo aver fatto i conti con me stesso ho potuto affrontare il mondo, ciò che chiamiamo gli altri ma, chi sono poi questi altri? Gli altri siamo noi, come recita una canzone di Umberto Tozzi.


L'altro è colui che ti sta accanto, è colui che prende il tuo stesso treno, pulman aereo, l'altro è il prossimo e, c'è un comandamento molto importante che vale per tutti, credenti e non; Rispetta il prossimo tuo come te stesso. e poi c'è un'altro prezioso comandamento che nella vita ho imparato: Fatti i cazzi tuoi e ancora, non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Mio padre mi diceva spesso: Il silenzio è d'oro, ed'è vero, il silenzio è d'oro, poche parole e più fatti, è sempre stata questa la mia filosofia di vita; e ancora: ascoltare di più e parlare di meno; l'ascolto è un'arte, un'arte troppo spesso dimenticata, non siamo più capaci di ascoltare che è diverso dal sentire, il più delle volte infatti tendiamo a sentire non ad ascoltare; sentire è più facile, perchè non comporta alcuna concentrazione, mentre invece l'ascolto comporta per molti il sacrificio di pensare, riflettere, meditare fare i conti con se stesso, e questo non sempre piace, perchè comporta guardare in faccia la realtà, e a volte, la verità fa male ed'è brutta da accettare, e allora preferiamo scappare ascoltando più semplicemente ma, la vita non funziona così aimè, la vita è tutt'altra cosa.


La cosa bella che, grazie alla musica mi sono ritrovato a una riflessione più vasta: ricordo, una lezione di cultura generale al corso di Centralinisti ciechi a Brescia: chiacchierando del più e del meno, ho detto che  io ho accettato la vita così com'è, ho accettato la ciecità e uno degli insegnamenti più belli forse il più importante dei miei genitori è che mi hanno insegnato a sorridere per ciò che ho e non disperare per ciò che mi manca; ebbene la professoressa di cultura generale dice a tutti: io on credo alle parole di Marco, e io, senza replicare, perchè sarebbe stato inutile, le ho sorriso in faccia.


Giorni dopo, la stessa insegnante avrebbe chiesto a mia madre: Mi parli di Marco: mia madre, colta di sorpresa le ha risposto: cosa vuole che le dica? Marco è sereno e felice; ma lei, la professoressa sapientona di cultura generale, non convinta, è rimasta sulla sua posizione, bene, non fa nulla; la mia vita sarebbe andata avanti lo stesso anzi, sarei andato molto lontano.


la ciecità del cervello è la peggiore che esista e la più grave anche di quella oculare; per me accettare la mia disabilità non è stato difficile, è stato molto più difficile accettare l'ignoranza, è stato molto più difficile imparare che, non tutti possono o vogliono capirci, ma, dato che, nella vita non si finisce mai di imparare, col tempo ho imparato questo e molto altro ancora e quando ho imparato questo, ho capito quanto è prezioso il silenzio, non il silenzio-assenzo ma, il silenzio che è d'oro; il silenzio che dice e può dire tante cose alla persona che hai di fronte, il silenzio che a volte può fare più male di tante parole urla e grida; è un percorso non facile che richiede tempo, pazienza, tanta pazienza ma, posso assicurare che ne è valsa la pena impararlo e metterlo in pratica, per il mio bene, per la mia salute già provata, per vivere meglio.


L'errore più grande che spesso si commette è quello di parlare parlare, tante belle parole quando il più delle volte non sappiamo di cosa stiamo parlando, la bocca, le orecchie, sono degli strumenti, come la tecnologia che, se si usa per il bene allora sono preziosi, ma se si usa nel modo sbagliato può portare a conseguenze disastrose. Riporto qui di seguito un testo che mi ha gentilmente inviato l'amica gentile signora Raffaella Rosati, è un testo che spiega molto bene ciò che io ho qui raccontato.


(Amati così come sei.


Non infligerti più questo dolore, basta, smettila di farti del male, non forzarti di fiorire in un vaso di narcisi se non ti senti un narciso, ti senti girasole? Sii girasole; una margherita? Sii una margherita; scegli tù chi sei, e fiorisci, dove vuoi, come vuoi, quando vuoi; se fiorisci dove non riuscirai ad essere pienamente te stesso, ti condanni ad una sofferenza eterna, amati, amati, amarsi, non è egoismo, ma è genuino amor proprio; non permettere a nessuno di dirti chi sei, chi dovresti essere, o cosa devi fare; questo, lo sai solo tù, e nessuno può presumere di saperlo meglio di te; amati, e quando lo avrai fatto sul serio, insegnerai ad altri come meriti di essere trattato; perchè tù, nella tua garbata sensibilità, anche quando avresti potuto ferire, non lo hai fatto; insegna a loro il rispetto di un dolore di una sofferenza che non gli appartiene, e proprio in ragione di ciò, quando qualcosa non la si prova in prima persona, bisogna fare silenzio. Amati perchè, quando lo farai, non avrai più bisogno di forzarti ad essere un narciso, in quanto sarai, a pieno agio con te stesso.l 


Loredana Bertone.).


Tutto questo è vita.


 

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