I gruppi.
Buongiorno, ricordate il gruppo Il valore di un sorriso? Ebbene sono stato nel gruppo sei ore, bellissimo il titolo, buonissime le intenzioni della gentile sigora che lo ha creato e mi ha invitato ad entrare; ma, c'è un ma, e questo ma, deriva dal fatto che, quando non c'è alla base il rispetto per la persona, tutto diventa tossico, anche l'idea più bella. C'è una concezione dei gruppi in generale ce non condivido ne approvo, concezione secondo la quale, se entri in un gruppo, se non intervieni vieni rimosso, già questo non mi sta bene a priori, al limite se in un mio gruppo, capisco che ci sono persone che nemmeno lo seguono, in tal caso, e sempre con rispetto e gentilezza, potrei chiedere alla persona o persone interessate se c'è qualcosa che non va, o se intendono restare ancora nel gruppo; e se capisco o mi fanno capire che per vari motivi non riescono nemmeno a seguire, allora sono liberissime di lasciare o di chiedermi di rimuoverle; e ancora, c'è una regola, vera o presunta, che recita, non si può fare della pubblicità di altri gruppi, di altri, ma se, come mi è successo più volte, se io racconto l'esperienza vissuta riguardante un mio gruppo, questa non è pubblicità, oltretutto, i miei gruppi sono privti e gratuiti, di conseguenza che scopo avrei di farmi della pubblicità? la gentile amica che mi ha invitato nel gruppo WhatsApp, Il valore di un sorriso, nel momento in cui, all'interno del suo gruppo mi ha fatto notare in modo poco gentile, che mi stavo facendo della pubblicità, in quel momento mi ha mancato di rispetto e non poco. E ancora: mi è capitato che, entrando in un gruppo mi venisse chiesto: e la foto? Solitamente in questi casi, mi presentocon un audio spiegando che, essendo persona priva della vista ho difficoltà con le foto e, in ogni caso, essendo persona cieca o non vedente, non posto foto per motivi di sicurezza personale. Da qualche tempo su Facebook, c'è la regola che, appena ci si iscrive ad un gruppo ti viene chiesto di rispondere a delle domande, il più delle volte io non posso rispondere perchè il formato utilizzato non è compatibile con le pur sofisticate sintesi vocali o guide vocali per ciechi, e poi però si parla tanto e bene di inclusione delle persone con disabilità; e questo è aimè un problema serio che riguarda non solo i social o le app ma riguarda più in generale il web e i siti internet in generale. Insomma, solitamente, quando io entro in un gruppo, lo faccio per chiacchierare, rilassarmi quei cinque dieci minuti al giorno e non per avere discussioni inutili e tossiche, di quelle già ce ne sono fin troppe nella vita reale; come dico sempre, il problema non è la tecnologia in sè, il problema è la testa e per quanto riguarda il gruppo WhatsApp della mia amica, ad un certo punto, ho salutato tutti e come vi ero entrato sono uscito, in punta di piedi. Il rispetto non passa mai di moda.
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