Le estati di Marco.

cap3.

Correva l'anno 1980; è stato per me un'anno roccambolesco, con alti e bassi vertiginosi, iniziato sulla scia dei momenti bellissimi dell'anno precedente, improvvisamente, il 14 febbraio, si è rotto un qualche iingranaggio e, l'anno ha preso una brutta piega, cogliendomi di sorpresa. Ma la musica mi ha salvato, infatti, quando non ero impegnato a fare i compiti, passavo ore e ore nella mia stanza ascoltando la radio, ballando le canzoni del momento, la musica, come sempre del resto, mi dava la forza per andare avanti; è stato l'anno in cui ho fatto le prime esibizioni in pubblico, in spettacoli, feste, teatri vari ed'è stato l'anno in cui, grazie alla maestra Wilma e ai successi degli anni precedenti, è stato l'anno in cui ho partecipato ad una trasmissione radiofonica, un'esperienza bellissima, esperienza condivisa insieme a i miei compagni di scuola; è stato l'anno in cui ho trascorso tre giorni in Svizzera per una visita agli occhi, e qui, avrei trascorso bellissime serate. Qualche mese dopo, sarei partito per Lourdes, ma un intervento di appendicite acuta mi ha fermato. A giugno del 1980 avrei aqffrontato gli esami di quinta elementare, un tironfo di vita, cinque anni di scuola elementare per me, scuola di vita, perchè, grazie alla maestra Wilma, in quei icnque anni bellissimi, avrei gettato le basi per il Marco che di lì a poco avrebbe camminato e affrontato la vita, andando lontano, molto lontano. Così, sulla scia di tutto ciò, mi accingevo a vivere l'estate del 1980, nulla a che vedere con i fasti trionfali delle due estati precedenti, ma grazie a mio padre, ho potuto trascorrere un'estate quanto meno tranquilla; a Chiuduno facevo passeggiate insieme a mia madre, mi piaceva andare al mercato ogni venerdì, trascorrevo ore ascoltando la radio e, ad agosto sono andato due settimane in montagna in quel di Mezzoldo, luodo, luogo fantastico immerso nella natura dove ho trascorso quindici giorni in totale relax, con miio padre mi sono divertito a passeggiare nei boschi, l'ho fatto sgambettare non poco, ma anche l'albergo dove eravamo, si sarebbe rivelato fonte di ispiraizione, e, una sera, ad una festa paesana, ho ballato con una signora, Maddalena di <Monza, Maddalena Lissoni, serata di festa fantastica. Contento per quei quindici giorni in montagna, siamo tornati a casa, e diciamo che nonostante tutto l'anno stava tornando in qualche modo a farmi sorridere, però il divario con i due anni precedenti è stato per me un duro colpo, però, come si dice, nella vita tutto passa. 

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