Le estati di Marco.

Le estati di Marco cap1.

Correva l'anno 1978, a giugno, terminato l'anno scolastico, si pensava alle vacanze estive, la particolarità sta nel fatto che, l'estate, in quel periodo, arrivava per me dopo anni di scuola elementare bellissimi e intensi; la Sicilia, grazie ai miei genitori, ha sempre rappresentato per me qualcosa di importante, le mie origini; e se, durante l'anno, prima dell'ìestate c'era qualche parentesi siciliana, del tipo, l'arrivo di parenti, la cosa diventava ancora più interessante e stimolante. Il 1978 è stato un'anno di questi: frequwntavo la terza elementare e i miei giorni a scuola erano bellissimi, grazie alla maestra Wilma e a i miei compagni; nel 1978 mi è successo un qualcosa che avrebbe reso bello l'estate e l'intero anno; una mattina ero a scuola e nell'ora di educazione fisica, ero in palestera insieme alla maestra Wilma, alla maestra Albertina, (educazione fisica), e i miei compagni; ma chissà perchè proprio quella mattina, ero più contento del solito, non ne capivo il motivo, mi impegnavo più del solito negli esercizi di ginnastica, ho fatto anche un numero spettacolare, il motivo di tutto ciò l'avrei compreso al termine della mattinata quando mia madre contenta è venuta a prendermi a scuola. Tornato a casa, ero ormai convinto che di lì a poco avrei avuto una bella sorpresa, a casa ho trovato mio padre allegro e contento, mi diceva che avrei trascorso di lì a poco una giornata wow, così nel primo pomeriggio, suona il campanello di casa, chi era mai? Dei cugini di mio padre erano arrivati a casa nostra, sposini in viaggio di nozze; quando ho capito la bella sorpresa, mi sono seduto al pianoforte e con tutta la gioia che avevo in corpo, ho iiziato a improvvisare; così, non solo ho trascorso delle bellissime giornate wow, ma da quel momento, il 1978 già bello, si sarebbe rivelato bellissimo per tutto quello che sarebbe successo in seguito. Altra cosa importante: Cecilia e <Natale, i cugini di mio padre a cui io ero già legato, si sarebbero rivfelati importanti per me in seguito. La setitmana in loro compagnia, si è rivelata molto bella, infatti, la maestra Wilma che sapeva l'importanza che avesse per me la Sicilia, mi ha dato la possibilità di godermi questa settimana a casa da scuola, così tgra musica, risate, cene wow, ho passeggiato per le vie di Bergamo alta, sul lungo lago a Sarnico, e poi una mattina siamo partiti tutti per Lugano, ebbene, quel giorno in terra elvetica ha illuminato la mia vena musicale, ho trascorso una giornata bellissima passeggiando per le vie di Lugano, e ho suonato anche una tastiera elettrica, fantastico.

Dopo una settimana, la parentesi siciliana si è chiusa, Cecilia e Natale sono tornati a casa, ma ero contento perchè di lì a poco ci saremmo ritrovati in Sicilia.

Ede ecco l'estate tanto attesa: ho terminato un bellissimo anno scolastico, ma le vacanze sarebbero iniziate per me alla grande fin dalla partenza: l'8 giugno infatti, accompagnati da zii e cugini vari, io e mia madre siamo partiti per la Sicilia da soli in aereo; era il mio primo volo. A linate, fra baci e abbracci, come se dovessimo partire per l'altra parte del mondo, io e mia madre ci siamo imbarcati sul volo diretto a Palermo: esperienza tutta nuova per me, un viaggio bellissimo, e ad un tratto, mentre eravamo sopra le nuvole, un'angelo mi ha salutato, una hostes mi ha chiesto se stavo bene, mi ha abbracciato, ero arrabbiato perchè durante il volo non mi avevano offerto neanche una caramella, ma l'abbraccio della hostes ha risolto tutto. 

Ho trascorso in sicilia due mesi, è stato un susseguirsi di giornate al mare, in campagna, di serate fantastiche, da quel momento, la Sicilia l'avrei sentita mia sempre di più; poi, è arrivato mio padre, e le emozioni non sono mancate: le passeggiate nella campagna siciliana, la frutta mangiata immerso nella natura con il sole a 42 gradi che picchiava, il vento che mi accarezzava, aimè anche vento di scirocco, e tra una brioche con la granita, un cannolo siciliano, le mie prime colazioni in Sicilia erano molto wow, per non parlare poi dei pranzi e le cene in compagnia; era occasione questa, per trascorrere giornate wow, anche perchè all'ora non avevo particolari esigenze.

Ed eccoli di nuovo: Cecilia e Natale, belle giornate ho trascorso con loro in Sicilia, al mare, o nelle serate sulla spiaggia a mangiare la pizza, e  io che nelle pizzerie dove andavamo a mangiare la pizza, ballavo contento le canzoni per l'estate del periodo, i jukbox, una monetina per scegliere tre o quattro canzoni, e cominciava per me la festa, ballavo non solo per amore per la musica, ma ballavo anche per attirare l'attenzione delle signorine, già all'ora; fiiva che ci spanciavamo tutti dalle risate e la pizza, quella pizza era buonissima. Mio padre attraverso i luoghi, le persone, il cibo, mi faceva sentire la Sicilia in tutte le sue forme, anche quando, quasi ogni sera, dopo mezzanotte, andavamo al porto del paese a mangiare la granita, o l'insalata di mare in qualche pizzeria del posto; notti magiche erano per me, ascoltare le onde del mare di notte, il suo odore mescolato ai profumi delle signore che passavano di lì passeggiando; tutto questo per me diventava musica. Ad agosto, al paese di mio padre, (Castellammare del golfo), è festa, così, passeggiare la sera per le vie del centro era bellissimo, c'era sempre la possibilità di incontrare amici, parenti, conoscenti, e come si fa in Sicilia, a suon di baci e abbracci, sarà per questo che mi piace abbracciare la gente. Passeggiare in quelle serate di festa insieme ai miei era un qualcosa di fantastico, e si tirava fino a notte inoltrata quando, ad un tratto, e la cosa mi impressionava non poco, avvertivo improvvisamente silenzio intorno a me, mio padre mi tranquillizzava e mi diceva: questa è la Sicilia.  Mi bastava poco per essere felice, questa è una mia caratteristica che mi avrebbe portato lontano nella vita perchè, i miei mi hanno insegnato a essere contento per icò che c'è e non per quello che manca. Una sera, dopo una bella serata in festa per le vie del paese, tornati a casa a notte fonda, i vicini erano ancora fuori seduti davanti la porta, così, quel silenzio notturno a tratti assordante si faceva per me più leggero, e lì, scoprivo quanto è bello stare seduto davanti la porta all'aperto a chiacchierare, fantastico, la mattina dopo, mi svegliavo con il profumo dei biscotti appena sfornati nel forno vicino casa, bellissimo, l'odore di caffè, di biscotti caldi, e signore scalze, le mie colazioni diventavano wow. Mi divertivo al mattino, sentire i venditori ambulanti che passavano con il megafono, peccato che non avevo un registratore. Durante una di quelle mattine ho detgto a mio padre: papà, da grande voglio venire a vivere in Sicilia. Così ho terminato la bella vacanza del 1978, vacanza che avrebbe reso bella l'intera estate e l'anno stesso. 

Commenti

Post popolari in questo blog

Monologo: le signore scalze.

Quattro chiacchiere.