Povera patria.
Patria mia, come sei ridotta.
Il popolo non vuol seguir la rotta,
la gente è sempre più corrotta
e tutto questo per un po' di torta.
L'Italia è una bancarotta,
dove tutto s'insabbia e si complotta
per avere più grossa la pagnotta.
S'affilano le armi della lotta,
tutto è una deplorevole condotta,
ognuno teme che l'altro l'inghiotta,
per cui si delinque a frotta.
Meglio tacere, perché parlare scotta.
Questo ai governanti piace
e il popolo soggiace.
Dov'è l'amore antico di patria e libertà?
Dov'è il vigor dell'uomo e la sua abilità?
Questa democrazia è tutta falsità,
che porta solo in auge la bestialità
ed ai politicanti tutta l'immunità
per vivere senza tema e con impunità.
Svegliati, o popol, tosto,
non restare sottoposto,
è troppo alto il costo,
che ti è stato imposto.
Sii fiero del tuo nome,
non fare il prestanome.
Tu, da buon italiano,
non prenderla nell'ano,
non passare per finocchio,
non restare più in ginocchio,
non morire da pidocchio,
ma da uomo, sopra un cocchio. “Accenti d'amore e di sdegno”
di Gino Ragusa Di Romano
Non avrei mai pensato da adulto di non provare più niente per l'Italia, lo stato italiano mi ha offeso, umiliato, deluso; in Italia non si pagano più le tasse per vivere ma al contrario, si vive per pagare le tasse; se hai un lavoro, ti passa la voglia di lavorare, se sei in pensione, ti passa la voglia di restare in Italia; valori come rispetto, dignità, solidarietà, sono nient'altro che parole; le chiese sono quasi vuote, i falsi invalidi hanno tutte le porte aperte, gli invalidi quelli veri non sono più considerati, già perchè in realtà, i veri invalidi sono quelli falsi, perchè sono invalidi dentro, nella testa, e più rincoglioniti di loro sono i medici compiacenti, questa è l'Italia pizza spaghetti e cocacola.
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