Ricordi.

Verso l'autonomia.

Quante cose ho imparato da solo a fare da solo nella mia vita, piccoli ritagli di tempo per camminare verso un'autonomia personale col tempo sempre più solida e consolidata; cieco, non incapace di intendere e di volere; è sempre stata questa, la mia filosofia di vita rispetto alla mia ciecità; e allora via, l'avventura è cominciata fin da bambino quando, molto presto imparavo le cose più comuni ma ero solo all'inizio, è aimè ricorrente, fra gli amici vedenti sentir dire: questo è difficile quello è complicato, quello non puoi perchè non ci vedi; prime fra tutte aimè, sono le persone che sono più vicine a te e che ti vogliono bene ma, aimè, spesso per iperprotezione, tendono a non lasciarti andare, ma, nella vita, aimè, non è proprio così, perchè può capitare che, ad un tratto, devi arrangiarti da solo, e quindi che si fa? Piangersi addosso non serve e non porta da nessuna parte, ciechi non deficenti; e allora come dico sempre io, niente paura, una delle cose belle della vita è che non è mai troppo tardi per imparare e riimparare. Come ogni essere umano ho anch'io dei punti deboli: la matematica, sono sempre stato una frana, per me la matematica è arabo, però, a differenza di quel che pensava qualcuno, ho imparato in fretta a riconoscere il dio denaro, e ancora: i cinque anni della scuola elementare, si sono rivelati per me anni di scuola di vita, ho imparato a fare da solo, questo grazie a un angelo che un giorno Dio mi ha fatto incontrare, una signora speciale, la maestra Wilma. Quando ero bambino, sia pur a fin di bene, tutti cercavano di proteggermi da questo e quello, ma, un bel giorno, è arrivato un vento che di lì a poco, mi avrebbe aperto le porte per spiccare il volo, la maestra Wilma, oltre che spiegare ai miei genitori tutto ciò che riguardava lo studio e le materie scolastiche, ha spiegato anche che, accanto a queste, avremmo insieme, intrapreso un cammino atto a farmi raggiungere l'autonomia personale che mi avrebbe permesso nella vita di vivere come tutti gli altri. I miei genitori, una cosa mi hanno insegnato che, nella vita mi è servito non poco: accontentarmi di quello che avevo e non di ciò che mi mancava; su questa base, io ho costruito le fondamenta della mia bellissima vita, quindi, ben presto ho capito che, la ciecità non era un problema per me, ma era una condizione, una realtà, che non mi avrebbe impedito di vivere anzi, al contrario, mi avrebbe portato lontano, molto lontano, fino a mettere sù famiglia. Io ho vissuto un infanzia bellissima, da bambino come tutti gli altri, non come un povero cieco sfigato, la sfiga, la lascio purtroppo a qualcun'altro; come tutti i bambini, il dolce quando ci voleva, la sgridata quando era necessaria, e anche l'adolescienza è stata bellissima, non a caso infatti, ricordo gli anni 80, come anni magici, in tutti i sensi. Il mio desiderio di autonomia si è fatto più evidente quando, insieme a mio padre, abbiamo conosciuto delle realtà di persone cieche che vivevano da sole: mantenevano una casa da sole, e non solo economicamente, si preparavano da mangiare da sole, facevano i mestieri da sole, uscivano a fare la spesa da sole, insomma, avevano una vita piena, attiva, a quel punto, mio padre si è chiesto: ma, com'è la storia?

Io nel frattempo, proseguivo il mio cammino verso l'autonomia: nell'estate del 1979, approfittando della presenza a casa, di parenti di mio padre venuti dall'America, una bella mattina un bambino mio vicino di casa mi ha prestato la sua picicletta: ebbene da quel momento le mie giornate si sono rivelate molto wow, pian piano, dopo qualche caduta, avrei imparato a girare in bicicletta da solo, e ho imparato da solo; ricordo che, uno di quei pomeriggi, quando i miei e i parenti si sono affacciati alla finestra e mi hanno visto girare indisturbato in bicicletta, sono rimasti senza fiato ne parole, addirittura, le signore vicine di casa sono uscite a guardare cosa stavo facendo, è stata una festa davvero. Ricordo che nel cortile c'erano delle macchine parcheggiate ma, io mai sbattuto contro, e qui tutti si domandavano come facessi a non sbattere contro le macchine? MOlto semplice rispòondevo io: avverto lo spazio creato dallo spostamento dell'aria, e quindi, avverto gli ostacoli, avverto gli spazi chiusi o aperti attraverso l'udito e quindi in tutto il corpo partendo dalla fronte; questo, mi avrebbe in seguito, aperto un'altra porta, uscire da solo con il bastone bianco.  Il tempo passa, di lì a poco, la maestra Wilma mi propone un'altra bella avventura e anche questa, mi sarebbe servita in seguito nella vita, imparare a scrivere a macchina con le dieci dita; notare che, ai tempi, non esistevano ancora le sintesi vocali per ciechi, ma, io e la signora Wilma, abbiamo provato insieme questa avventura, ebbene, imparando con le dita, due lettere per volta, in un mese avrei imparato a usare una comune macchina da scrivere, e avrei iniziato a battere a macchina con le dieci dita come gli amici vedenti, tutto questo in quinta elementare. Ricordo all'ora, tutti che storcevano il naso, quando io contento, dicevo che avrei imparato a battere a macchina, ma li ho lasciati tutti senza parole.  Il tempo passa, i cinque anni di scuola elementare insieme alla maestra Wilma, hanno lasciato una bella amicizia e, cosa ancora più bella, l'angelo Wilma mi sarebbe stata vicina nei momenti più importanti della mia vita, momenti belli e meno belli. Nell'estate 86, l'amica Wilma è venuta a trovarci in Sicilia dove io e i miei trascorrevamo le vacanze, e anche qui, ho trascorso una mattinata al mare magica: grazie al fatto che, io e mio padre spesso andavamo allargo in mare aperto a nuotare, la maestra Wilma ha colto l'occasione di provare insieme un'altra bella avventura in mare, siamo andati in mare aperto, ebbene, osservandola mentre nuotava a rana, o stile libero, non solo mi sarei divertito ma avrei iniziato a nuotare anch'io da solo senza ciambella, è stato un momento bellissimo, inoltre artisticamente parlando è stato bello perchè ho osservato i suoi piedi scalzi che per altro in precedenza avevo già osservato. Infatti, non a caso, in seguito, avrei proposto alla stessa, una giornata insieme a Maria Grazia in piscina o, al mare in Sicilia. Il tempo corre, siamo nell'era del digitale, il computer, il cellulare, quando ancora non esisteva l'assistente vocale per cellulari, io, grazie a mia moglie, avrei imparato a inviare gli sms senza sintesi, di lì a poco, quando sono arrivati i primi cellulari con guida vocale, il passo è stato per me breve e più semplice. Anche in questo caso tutti a dire: ma come faranno i ciechi a usare un cellulare? Risposta: con le mani, pirla. Nel 2003, il mio primo computer, un fisso: niente panico, io che avevo in testa la tastiera della macchina da scrivere, mi sono subito trovato a mio agio nell'imparare a gestire un computer e non solo, molto presto avrei iniziato a espòlorare internet e il web, sempre imparando da solo, grazie alle basi della signora Wilma. Ma prima di arrivare all'uso del cellulare un'altra grande conquista avrei fatto: imparare a usare il bastone bianco e i miei sensi residui per uscire da solo; qui ho battagliato tanto, ho usato anche la forza, stavo a tutti antipatico? NOn faceva nulla, dovevo ANDARE avanti nel mio discorso di autonomia;  e anche qui ho sfatato il luogo comune secondo il quale un cieco impara le strade a memoria: no, per me non è proprio così, io ho imparato a crearmi dei punti di riferimento ma, ho capito che memorizzare i percorsi è un arma a doppio taglio perchè c si può far male per eccessiva sicurezza, invece, affrontando anche i percorsi sconosciuti, non solo resto concentrato, ma affino l'uso dei sensi residui. Risultato? Sono andato da solo fino a Venezia e Rovereto in treno, ho passeggiato con il bastone per le vie di Bergamo, Milano, Genova Pisa e Siena, lasciando tutti nella loro errata convinzione. Ma torniamo al cellulare: nel 2017 ho iniziato a usare WhatsApp e facebook con uno smartphone per ciechi a tastiera e fin qui tutto bene, un bel giorno dico a mia moglie: a breve passerò ad iphone, e qui tutti nel panico: IPòhone, ma senza tastiera, come fai, il toouc è complicato, ma io, tranquillo, il mio rivenditore di fiducia mi ha dato in mano l'iphone? Tempo due giorni, e ho iniziato a fare praticamente tutto ciò di cui avevo bisogno, leggere, scrivere, chattare, andare in internet, aiutato anche da vari podcast dimostrativi interattivi, il tutto ancora una volta con le basi della maestra Wilma, in completa autonomia. Presto, imparerò anche a prepararmi da mangiare da solo perchè, aimè, non è detto che ci siano sempre le persone che ti stanno vicino ad aiutarti, è la vita, è vero, ci sono cose che non potrò fare, ma come tutti del resto. Anche per questo, la vita è bella. 

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