Monologo dal titolo: come fa un cieco?

Racconto dal titolo: Come fa un cieco?

Questa mattina ho voglia di farmi quattro risate con voi, che mi seguite in tanti con affetto e simpatia, ho pensato a un monologo, è uno spaccato, scampoli di vita vissuta da me, ma che è anche il vissuto di molte persone con disabilità, e dei ciechi in particolare.


    Monologo: Come fa un cieco? é questa, una domanda molto ricorrente da parte degli amici vedenti, a volte diverte, altre dà fastidio, a seconda del contesto in cui è posta. Come fa un cieco a fare questo o quello? Come fa un cieco a camminare? Ecco partiamo da qui: come fa un cieco a camminare, ad orientarsi? Ci sono diverse scuole di pensiero in merito, io ovviamente posso parlare di me, della mia filosofia di vita, del mio modo di vivere, perchè, come tutti, anche le persone cieche non siamo tutte uguali, ogniuno, come tutti gli altri, abbiamo un vissuto a sè, però in linea di massima, su una cosa siamo tutti uguali, ed'è che siamo esseri umani. Detto ciò, entriamo nel merito della questione: come fa una persona cieca assoluta a camminare, a spostarsi, ad orientarsi se non vede? Io faccio in questo modo: prima di tutto, per camminare uso le gambe, come tutti del resto, o quasi; come mi oriento? memorizzando i percorsi? Assolutamente no, io non memorizzo ma, mi creo dei punti di riferimento per poi, attraverso l'uso degli altri sensi, e l'ascolto delle percezioni, vado, mi oriento, in percorsi conosciuti ma anche e soprattutto in quelli sconosciuti, questo infatti, mi consente di uscire da solo con il bastone bianco in totale autonomia, come tutti gli altri. Fin da bambino, ho imparato a sfruttare a pieno i sensi residui, a far entrare in me le percezioni che mi giungono dal mondo esterno, i ciechi, i sordi, non vivono in un mondo a sè, ma vivono nel mondo, in questo mondo come tutti gli altri, e vi ci si adattano pur non vedendo con gli occhi e non udendo con le orecchie, e questo perchè? Perchè al centro c'è e deve esserci sempre la testa, il cervello, io ho imparato a mie spese, che il cervello non solo serve a pensare, ma serve anche a vedere, (Occhio dell'anima), vedere oltre il visibile, sta qui, il mio segreto del perchè io sono felice, sono felice perchè ho imparato a vedere oltre. Il maestro Franco Battiato, in una sua canzone dice: Con le palpebre chiuse, si intravede un chiarore, che con il tempo, e ci vuole pazienza, si apre allo sguardo interiore, ecco, lo sguardo interiore, perchè le parole hanno un peso nella vita non indifferente, una parola può portare una persona alle stelle come può distruggerla; e soprattutto, le parole dette non tornano più indietro. Vedere guardare, osservare toccare, sentire ascoltare: parole tutte uguali, qualcuno potrebbe pensare, ma invece, no, non è proprio così, e se ci si dimentica questa sottile differenza di significato, si possono passare momenti molto brutti e spiacevoli; capita spesso di dire, io ho visto questo e ho sentito quello, ho toccato quella donna ho osservato quell'altra: ma, abbiamo guardato bene? Abbiamo ascoltato bene? Abbiamo toccato o osservato quella signora? Osservare una signora è una cosa, toccarla è tutt'altra; sentire qualcosa è una cosa, ascoltare qualcosa è tutt'altra, vedere qualcosa è una cosa, guardarla è tutt'altra, attenti alle parole e ai contesti in cui vengono usate perchè siamo persone, esseri umani, e tutti possiamo sbagliare ma attenti, sbagliare è umano, perseverare è diabolico.  E un'altra cosa ho imparato nella vita a mie spese, in generale, si pensa che, le persone a cui vogliamo bene, quelle più vicine anoi, ci capiscano, ci conoscano a fondo, aimè, posso dire in tutta sincerità che, in tal senso ho avuto qualche brutta sorpresa e ho molto sofferto per questo in certi periodi della mia bellissima vita e credetemi, in confronto la ciecità è niente. Io la ciecità non l'ho mai vissuta come un problema, ma come una condizione che, non mi ha impedito di vivere anzi al contrario, l'accettare prima e superare poi la mia ciecità, mi ha consentito di vivere una vita piena attiva e bellissima, così com'è, e non la cambierei con nessun'altro al mondo.

Io non ho mai sofferto per la ciecità in sè, ma ho molto lottato quando, per varie circostanze o situazioni, mi sono scontrato con l'ignoranza, e l'ignoranza, non solo è una brutta bestia, ma è un qualcosa che può rendere più ciechi di un cieco assoluto.

Quando ero adolescente, poi ragazzo, e fino ad un certo punto anche da adulto, cercavo di spiegare a tutti, ma, siccome la vita ti può cambiare, gli eventi e le esperienze che possono capitare a tutti indistintamente, ti cambiano, specialmente le esperienze brutte, dopo i cinquanta anni, a tal proposito il mio motto vitale è passato da: lascia che ti spieghi a, pensala come vuoi. Ho imparato che, non sempre si può pensarla tutti allo stesso modo, e soprattutto che non possiamo piacere sempre a tutti, del resto è giusto così, l'importante è rispettare sempre il prossimo tuo come testesso, poi tutto si può dire o fare. Io sono arrivato a tale conclusione dopo molto tempo, dopo che la vita mi ha riservato momenti belli, bellissimi, trionfali, ma, sono stati i momenti neri, quelli che mi hanno fatto imparare che, per vivere bene, la buona base economica non basta, ma ho capito che non possiamo controllare il mondo intero, qualcosa che spesso è di troppo, si deve lasciar andare proprio perchè ho capito a mie spese, che il superfluo è il più delle volte tossico e in certi casi dannoso anche per la salute, perchè noi siamo anima dentro un corpo, non il contrario, e qui, un'altra cosa importante: il coraggio o lo si ha o lo si trova, ma importante è imparare a gestirlo, e lo stesso vale per le percezioni: imparare a dire di no, questa è un'altra cosa che io ho fatto in vita mia, dire di no non è sempre cosa facile, specialmente se lo dici alle persone che ti vogliono bene, ma in certi casi devi dire di no, perchè la vita è tua, e nella vita, chi si ferma è perduto, ma la vita non può fermarsi, la vita deve andare avanti, perchè è giusto così, vivere la vita non è solo un diritto, ma è anche un dovere, nella vita puoi dire sì, puoi dire no, puoi tornare su i tuoi passi, o puoi riimparare tutto da zero, puoi scendere da un treno per salire su un'altro.  La musica, ha avuto nella mia vita un ruolo fondamentale, perchè grazie alla musica ho potuto far sentire meglio la mia voce, a volte più che con le parole; tutto questo mi ha portato lontano, molto lontano, fino a mettere sù famiglia, e insieme a mia moglie e a mia figlia, ho vissuto gli anni più belli della mia vita.  Ho imparato che nella vita niente è scontato, e ho imparato che, i sogni nel cassetto, aiutano non poco a vivere meglio. Quando mi invitano a parlare nelle scuole della mia esperienza di vita molti mi chiedono due cose in particolare: sei felice? Ti piacerebbe vedere con gli occhi? Ebbene, alla domanda sei felice io rispondo: sì, io sono felice perchè la mia vita è bella così com'è, essere felici per me vuol dire che la mia vita è bella in quanto la ciecità si è rivelata ben presto stimolo per vedere OLTRE; ALLA SECONDA DOMANDA, TI PIACEREBBE VEDERE CON GLI OCCHI? Io dico: no grazie, io stò bene così.  Arte e tecnologia, due elementi che mi hanno portato molto lontano; da cieco, quante cose posso fare: posso fare tutto a luci spente, posso avvertire l'anima delle persone, posso cogliere l'attimo in ogni momento della vita che passa, posso corteggiare mia moglie, posso osservare, quando capita, il piede scalzo o senza scarpe di una signora, perchè, un'altra cosa che ho imparato artisticamente parlando, e anche umanamente, è che la sensibilità della donna in generale è un qualcosa di straordinario, il piede scalzo, è nello specifico, arte, spiritualità, sensualità. Signori miei, anche qui le parole pesano e non poco: se non c'è un equilibrio tra testa e cuore, cuore e ragione, se non si impara questo equilibrio si può passare un brutto guaio.  Nella vita ho provato piccole o grandi gioie, e ho provato la felicità. Auguro a tutti almeno una volta di provare la felicità, è uno stato di grazia che dura un'attimo, ma è così bello e così forte che è indescrivibile che lascia dentro una grande gioia, io ho provato questo stato: il giorno del mio matrimonio, l'ho provato la prima volta che sono uscito da solo con il bastone bianco, e l'ho provato nel giorno in cui mi hanno comunicato che di lì a poco sarei andato in pensione, e l'ho provata nel giorno del matrimonio di mia figlia, e anche quando è nata. Qualcuno mi chiede ogni tanto se potrei provare ancora questo stato di grazia? Sì, se mi trasferissi da Chiuduno altrove.  Nella vita ho provato quanto è bello un conto alla rovescia per una partenza, o per l'arrivo di un parente da lontano, e di una cosa son certo, nella vita proverò emozioni forti ancora e poi anche oltre. Ogni tanto mi chiedono: come vedi il buio? Io mi metto a ridere: un cieco assoluto non vede il buio perchè non vede; e anche qui, il buio più grave è quello interiore. La vita è bella.  

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