Il caffè di questa mattina.

Ogni tanto mi chiedono come faccio a comporre musica a tavolino, o a seconda, come faccio a comporre un brano dedicato a qualcuno?

Semplice: io ho le note musicali e la tastiera del pianoforte in testa; a seconda di dove mi trovo  può scattare la scintilla che mi fa comporre un brano musicale in mente, magari per un alito di vento, o per un qualcosa che avverto, o magari per un qualcosa che sta accadendo e ne resto colpito. Sai, è importante questo particolare, ne ho scritto anche un post sul mio blog: il cieco non vedendo, a seconda della situazione, del momento, osserva a tatto, osservare, ben diverso da toccare, io osservo una persona per conoscerla, per capire com'è, toccare è tutt'altra cosa. Ci tengo a precisare questo perchè è un sottile gioco di parole, ma le parole hanno un significato ben preciso. Osservare toccare, vedeere guardare. Sono cose diverse. Io osservo il piede di una signora, come può essere una amica o conoscente, lo osservo per conoscere la persona e nello specifico avvertirne la sensualità; mentre invece, quando osservo ad esempio mia moglie, è tutt'altra cosa, perchè è mia moglie. Inoltre, quando io osservo lo faccio con appena le punte delle dita, perchè osservo, non tocco, e questo, è in realtà un discorso che vale anche per gli amici vedenti. Vedere guardare, osservare toccare. Attenti alle parole. Un'altro mito da sfatare: i ciechi non solo non vedono il buio, ma non lo conoscono; per un cieco assoluto il buio come lo vedono gli amici vedenti, non esiste, ma esiste l'avvertire dell'atmosfera; il cieco avverte la nebbia attraverso i suoni, i rumori. Ciò che è essenziale è invisibile all'occhio. 

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