il caffè di questa mattina

Una riflessione sui fatti di Palermo:
Una ragazza di 19 anni, è stata violentata da sette ragazzi, alla luce del sole, in un modo a dir poco crudele, disumano, con tanto di video fatto con un cellulare, un fatto non umano, inaccettabile;
un gesto che non si può, ne giustificare, ne perdonare; e nemmeno giudicare: la giustizia farà il suo corso, e poi lo farà anche la giustizia divina.
A noi il compito di riflettere, meditare, e lo stato, il Dovere di risposte efficaci, per il bene di tutti.
Immagino che, da questa brutta vicenda, la televisione sarà piena di proclami, nei salotti della domenica e non solo, e sarà il solito e altrettanto macabro di moralisti, esperti, che parleranno, ma di chi? Di cosa? Della scuola e del suo ruolo educativo? Dei social, e dei cellulari? Smettiamola di dare le colpe alle cose, perchè il cellulare lo usiamo noi, con la testa, il problema non è dare in mano ad un figlio un cellulare, ma il problema è: a cosa serve un cellulare? Come si usa, e per cosa si può, si deve, e non si deve usare?
Io ho una figlia, e come padre, posso dire che, lo stato, non mette il genitore nelle condizioni di fare il genitore, mia figlia ad esempio, ha un padre cieco dalla nascita, un padre che, ha sempre cercato di infondere a sua figlia che la vita è bella, anche se sei cieco, e che, quando si impara a usare il cervello va tutto bene.
A un figlio, tù puoi dire, spiegare, di tutto e di più, ma è l'esempio che tù come padre e madre dai, che nel tempo darà i suoi frutti, e non è vero che un bambino non capisce, non è vero, che a un figlio adolescente nulla interessa di ciò che dici o fai per lui, solo il tempo ce lo dirà, nel bene e nel male.
Io ho un bellissimo rapporto con mia figlia, un rapporto padre figlia, un rapporto a cui sono giunto attraverso un percorso di vita vissuta insieme, percorso che riguarda anche la mia disabilità, mia figlia ha toccato con mano, gioie, dolori, fatiche, preoccupazioni, e, cosa meravigliosa, mi ha dimostrato, anzi, prima lo ha dimostrato a sestessa, poi a noi, mia figlia ha fatto un lavoro tutto suo, impara l'arte e mettila da parte, ecco perchè è più importante l'esempio delle parole.
Mia figlia ha sempre avuto un computer, un cellulare, ma sa che sono tecnologie da usare per il bene; mia figlia, a cinque anni, ad una persona che, in modo divertente faceva battute inerenti al fatto che, io essendo cieco, uso le mani per capire com'è una signora: mia figlia ha risposto: mio papà, con le mani non tocca, ma osserva; lasciando la persona senza fiato.
Ho sempre sentito tanto parlare di asse scuola famiglia, ma cos'è? Dov'è?
Scuola, oratorio, famiglia: ma siamo proprio sicuri?
La fede in Dio è una cosa, la Chiesa tutt'altra, a un figlio, non basta e non serve più la lezioncina di catechismo, Dio ci insegna che, la sua parola va messa in pratica nella vita di tutti i giorni, qualunque sia il credo; un figlio, a 18, 20 anni, dovrebbe essere messo nelle condizioni di studiare, lavorare degnamente per costruirsi una vita propria e quindi trovare una sua dimensione, per vivere per il bene;
e soprattutto, una cosa mi ha insegnato mia figlia: ascoltare di più e parlare di meno.
A otto anni mia figlia, usscendo dall'oratorio mi dice: papi, ma perchè alcuni genitori si comportano in un certo modo?
Come padre, ho imparato che, non siamo perfetti, e che quando hai cresciuto un figlio, devi stargli accanto, guidarlo, ascoltarlo e aiutarlo nelle sue scelte non le tue; ma, dopo di che, la vita è la sua, e per responsabilizzarli, ci vogliono anche i no.
Il regalo più grande che un figlio può fare a un padre e una madre è: riuscire a mettere in pratica ciò che ha imparato in casa quando esce fuori, imparando a lottare, rispettando sempre il prossimo come sestesso;
e vivere con gli altri e non in funzione degli altri; e poi sentirsi dire: papà, mamma- sono felice, ho trovato la mia strada, mi sento realizzato; ecco, è questo il regalo più grande per un padre e una madre, non è il 10 in storia, non è il 110 con lode, questi sono solo numeri.
Gli adolescenti, i ragazzi, i giovani, hanno bisogno non di tante parole o prediche di cui poi si stufano, ma hanno bisogno di fatti concreti nella vita quotidiana, fatti piccoli e poi grandi, hanno bisogno di riscoprire cos'è la fatica, il sudarsi un traguardo, e quindi, riscoprire cosa significa l'umanità, la solidarietà, la condivisione, il dialogo, prima in casa e poi fuori, e la tecnologia non impedisce tutto questo anzi, e lo abbiamo visto durante la pandemia.
E allora, smettiamola di fare i moralisti, di nasconderci dietro un dito.
L'educazione sessuale comincia dal più+ semplice dei contatti fisici, il rispetto per il prossimo, significa non giudicare ciò che non si conosce, ma imparare dalla diversità.
L'episodio di Palermo succede giornalmente ovunque, e per non cadere anch'io nelle frasi fatte, e nei discorsi bolliti e ribolliti, in conclusione dico che, la donna, va sempre rispettata, che sia madre, sorella, amica, conoscente o vicina di casa; la donna, signorina, signora, che sia, conoscente, amica, va rispettata, trattata come un fiore, come una persona non come un oggetto di piacere, tutt'alpiù puoi abbracciarla, darle una careza, un bacio, come amica o conoscente; tua moglie invece, va rispettata, con grazia, va corteggiata, aiutata, amata:
Questo è quanto.

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