Il caffè di questa mattina.

Per questa mia riflessione, ho preso spunto da un video tratto dal web, ho ascoltato questo video, apparentemente può apparire come il capriccio di una giovane signorina con dei grilli per la testa, invece, ascoltando attentamente il breve video che lei stessa ha postato, fa riflettere e non poco. Un bel giorno, una signorina posta un video di una videochiamata con sua madre: infatti, lei, in tutta calma, e con una semplicità e compostezza incredibile esce di casa, ad un certo punto videochiama la madre che, tranquillamente rispòonde alla chiamata non immaginato di lì a poco cosa la figlia le avrebbe comunicato: Si apre la videochiamata, madre e figlia si salutano, iniziano a parlare tranquillamente, ad un certo punto la figlia dice alla madre: ciao mamma, stò partendo per Barcellona, era già a bordo dell'aereo per Barcellona; e qui, la madre è stata una mamma grande, senza arrabbiarsi le ha chiesto sorpresa il motivo di questa partenza improvvisa, e la figlia: non preoccuparti, va tutto bene, poi ti spiegherò tutto; la madre ancora incredula, le ripete: ma stai partendo veeramente? E la figlia, sì, e infatti nel video si avvertono i motori dell'aereo. Così, in tutta calma, le due si sono salutate. Questa storia non solo fa molto riflettere, ma ha in sè una morale molto preziosa che, noi genitori dovremmo tenere sempre presente; questa signora mamma, al sentire una cosa del genere all'imrovviso, di isitnto avrebbe potuto arrabbiarsi, sgridare la figlia, invece no, pur colta di sorpresa ha mantenuto la calma, quasi riddendo ha chiesto semplicemente alla figlia il motivo di questa decisione. Chissà, la figlia voleva cambiare aria? O aveva bisogno di ritrovare sestessa? O cercava una nuova dimenisone? Per queste cose non c'è età che tenga, però piuttosto che scappare, meglio una telefonata a sorpresa, meglio che fingere che vada tutto bene e tenersi tutto dentro, in pratica, la ragazza ha trovato un modo meno indolore possibile per dire a sua madre e al mondo: io mi stò costruendo una mia vita, fantastico. Da padre, di tutta questa storia mi sono piaciute sia la madre che la figlia, io ho sempre detto a mia figlia: l'importante è che tù sia felice, serena, e non è una frase fatta. Come uomo posso dire che, la società e i governi di oggi, possono indurre le persone di ogni età a colpi di sana follia come questo, non basta avere il massimo dei voti a scuola, un diploma e tre lauree; e poi? Che si fa? Si va a lavorare? E poi, se trovi un lavoro sì sitpendiato, ma poi vai a finire dallo psichiatra perchè sul posto di lavoro non ti trovi bene? Cosa facciamo? Una volta, le cose, le parole, avevano un significato, un senso, oggi? Molti mi dicono che vanno a lavorare sì per vivere, o almeno apparentemente, perchè specialmente in Italia, oggi non si puòp più lavorare per vivere, ma al contrario, vivere per lavorare; e allora, si va al lavoro per lo stipendio a fine mese, (che il più delle volte non basta), e per attendere le prossime ferie e festività per stare a casa. Il posto di lavoro diventa il più delle volte soffocante, opprimente, non più luogo di confronto, scambio di idee, solidarietà, umanità, il valorizzare delle risorse umane, specialmente per quel che riguarda il lavoro delle persone con disabilità. Per anni si è parlato molto di inlcusione, eguaglianza, sì, si assumono i disabili e poi, sempre e solo doveri, ma i diritti? Dove sono andati a finire? Purtroppo, alla base di tutto, manca equilibrio che metta insieme: il rispetto delle regole, delle leggi, con la solidarietà, la cooperazione,  e così in poco tempo, la persona che ha studiato facendo non pochi sacrifici, ad un certo punto della vita, è più che normale che senta il bisogno di cambiare vita, di evadere lontano, detto i  parole povere, andare fuori dalle balle; aimè questo nel mio piccolo l'ho provato anch'io, l'Italia mi ha deluso molto, in tutti i sensi; dal lato umano, spirituale e professionale; tanto tempo tolto alla vita vissuta, passato a studiare, con non pochi sacrifici, e poi, cosa mi sono ritrovato alla fine? Poco e niente. Le cose più belle che ho nella mia vita, e che mi hanno portato molto lontano, molto più delle istituzioni dello stato, per le quali fin da bambino ho sempre avuto, come ha scritto il maestro Franco Battiato, un dogmatico rispetto verso le istituzioni, (chiesa compresa), la mia vita è bellissima perchè ruota attorno a un particolare, l'aver accettato la mia ciecità assoluta, e vinta imparando a vedere oltre. Detto ciò, le cose più care che ho nella mia vita sono: la mia gioia di vivere la vita, così com'è, la mia famiglia. Io, la mia dimensione di vita, me la sono costruita da solo, lottando, scontrandomi, cadendo ma rialzandomi; e con l'aiuto anche della teconologia, tutti coloro che demonizzano la tecnologia, li ritengo moralisti o presunti, e a me, i moralisti stanno sulle balle. Ho lottato tanto, da adolescente, da giovane e da adulto, già perchè nella società globaloizzata ed evoluta di oggi, ti dicono, ti viene imposto quando ridere, piangere, gridare, comportarsi da persona ben educata, poi, dall'altra parte ti accorgi che, ti ritrovi con porte sbattute in faccia, arroganza, maleducazione, e la cosa più grave, la mancanza del rispetto; al catechismo mi hanno detto: rispetta il prossimo tuo come testesso; ma davvero? Una volta, come cantava il grande Nino Manfredi, basta avere un paio de scapre nove e puoi girare tutto err monno, ora c'è chi non si può comprare neanche un paio di scarpe. Quando c'è la salute c'è tutto: sì, ma come la mantieni la buona salute senza sostanza? Gli antropologi, gli psicologi, psichiatri, sono anni che scrivono, ci dicono: per star bene, dovete essere voistessi; essere stesso: quando? Dove? Come? Perchè? Io, ho fatto nel mio piccolo un percorso del genere, ma perchè ho trovato il coraggio di dire no, ho imparato ad alzare la testa, chi dorme non piglia pesci. Qualcuno se lo fai non ti guarda più in faccia? Benissimo, non fa nulla, Dio, ha dato ad ogniuno di noi, la possibilità di scegliere; non siamo più capaci di sorridere e ridere per le piccole cose, abbiamo paura di esternare quello che proviamo, nel bene e nel male, abbiamo paura di ridere, urlare, piangere, arrabbiarsi, perchè alla testa, ci hanno inculcato che, non si deve piangere, mai arrabbiarsi, si deve fare silenzio abbassare la testa e andare avanti, far finta di niente: è a questo che siamo arrivati? Ma scherziamo o parliamo sul serio? Se non impariamo a rispettare noistessi, non potremo rispettare neanche il prossimo. E smettiamola di dar colpa alla tecnologia per tutto questo, la colpa è solo nostra, e basta. Perchè tante persone, soprattutto giovani si tolgono la vita? Perchè ci hanno tutti catalogati, etichettati, invece, siamo tutti uguali e ogniuno diverso, come ha scritto il grande Vasco Rossi. E allora ben vengano gesti sanamente folli di persone che ad un certo punto partono a sorpresa, e la vita è così bella che, potrebbe succedere che io, con la mia grande gioia di vivere, inviassi un video a sorpresa chissà magari dalla Norvegia o Svezia, la cosa bella in questo caso è che, mia figlia, mia moglie, mio genero mi ragigungerebbero là.La vita è bella. 

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